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Tennis: il Green Park e il VTT con Gipo Arbino

Creato il 12 novembre 2015 da Sportduepuntozero

Si chiama Vocational Tennis Training, o se più gradite VTT e significa “Formazione Professionale al Tennis”. A spiegarlo sono Giampiero Arbino, nuovo Direttore Tecnico del Green Park, il circolo immerso nel verde rivolese, nonché responsabile del Team, e Massimo Zallo, imprenditore nel settore aero-spaziale entrato ufficialmente nella gestione del centro dal gennaio del 2015 a fianco di Mario e Magda Bassi. “Abbiamo voluto – precisa Massimo Zallo – operare un cambio di passo al Green Park partendo soprattutto dal settore tecnico. Nel mio lavoro sono sempre stato abituato ad appoggiarmi a professionisti e reputo che il maestro Arbino ne sia la massima espressione. L’obiettivo della nostra scuola e del VTT è quello di formare i ragazzi e gli allievi in tutte le loro sfaccettature, partendo dalla base e arrivando al vertice. Offrire altresì a chi vuole provare, l’opportunità di affacciarsi al tennis professionistico. Accanto alla formazione degli allievi riteniamo fondamentale anche quella dello staff tecnico. Metodo univoco d’insegnamento, secondo i dettami tracciati, e massima serenità. Vogliamo allenare i giovani e farlo dando tanta attenzione anche al momento educativo”. “Formazione degli agonisti e della classe magistrale – conferma Giampiero Arbino – impegnata a proporre un unico metodo di insegnamento in tutti i settori”.

Lo staff tecnico
Importante lo staff tecnico che vede, oltre al Direttore, la presenza di altri cinque maestri nazionali FIT, ovvero Walter Bisello, Andrea Alviano, Davide Blanda, Osvaldo Zanada e Roberto Russo, quest’ultimo responsabile della SAT.  “Sottolineo – dice Arbino – l’importanza della presenza di Andrea Alviano, che prima come giocatore poi come tecnico ha condiviso gli ultimi anni della mia carriera dimostrando in ogni situazione grande professionalità e voglia di crescere. Un elemento determinante per il progetto”. Completano l’organico tecnico gli Istruttori di 1° grado FIT Marco Ronchietto e Alessandro Graglia. Così il parco dei preparatori atletici, con a capo il responsabile Fabio Nervi. Lo supportano Gianna Stapane, Simone Cordera e Riccardo Lisa, personal trainer e maestro di kick boxing, “una professionalità ideale – sottolinea Gipo Arbino – per gli allenamenti speciali sulla velocità e sull’elasticità”. Nell’organico spicca anche la figura di un altro coach, Rudy Dreon, Professional PTR con un back ground di livello per quanto concerne le esperienze all’estero, vedi Spagna e Serbia nonchè Sicilia a fianco di Francesco Cinà, mentore di Roberta Vinci. Un insegnamento a tutto tondo che copre i settori Mini-tennis, Scuola SAT, Perfezionamento, Agonistica e VTT.

I motivi della nuova esperienza
Sono diversi i motivi che hanno condotto il maestro Giampiero Arbino alla nuova esperienza al Green Park: “Innanzitutto – spiega – si tratta di un gradito ritorno in un circolo nel quale sono stato felice protagonista, oltre 20 anni fa, tra il 1987 e il 1995, e che ho sempre apprezzato anche per bellezza e funzionalità. Subito ottima la sensazione avuta incontrando i gestori, ovvero Massimo Zallo, Mario Bassi, Magda e la proprietà che porta il nome di Cattaneo. Molto significativa la struttura, con 11 campi totali (di cui uno in veloce) e ben otto coperti per il lavoro invernale. Interessante, in ottica futura, la previsione in progetto di rendere agibili 5 alloggetti già presenti, con tanto di bagni autonomi per dar vita ad una vera e propria foresteria. Motivante poi poter ripartire con un progetto come il VTT legandolo al mio nome. Ho inoltre trovato un bacino preesistente di giovani tennisti formato dal precedente staff tecnico sul quale ottimamente lavorare. Ha preso così forma un nucleo complessivo di oltre 150 ragazzi, circa una quarantina dei quali sono impegnati nel VTT”.

Gli obiettivi
Obiettivi ben chiari, quelli del progetto e di Arbino: “Vorrei sfatare il credo secondo il quale in un circolo normale non possano formarsi veri agonisti. La dimostrazione contraria la danno peraltro già oggi realtà come il TC Parioli, il TC Milano, il TC Caldaro e lo Junior Milano, attrezzate per accogliere sia i classici soci che i giocatori. Amo inoltre radicarmi in un centro quando compio una scelta ed il prospetto quinquennale che mi è stato fatto al Green Park mi ha subito catalizzato. Si è invece chiuso anzitempo e  con mio dispiacere il periodo vissuto all’Ace Tennis Center di Volvera, a fronte di un progetto nel quale avevo creduto molto. Divergenze di idee sulla metodologia hanno determinato la scelta. Ringrazio in ogni caso Fabio Ponzano per avermi lasciato allenare quasi all’80% Lorenzo Sonego, lavoro che ha condotto il giocatore ad operare un salto di quasi 400 posizioni nella classifica Atp. Cosa che non ho potuto fare pienamente con gli altri ragazzi del team a causa di accordi pregressi con lo staff tecnico legati alle rotazioni dei maestri”.

Quale la nuova realtà di Gipo Arbino, dunque?: “Proseguire nel metodo d’insegnamento che ho maturato in tanti anni di esperienza e che ricalca le linee guida della Federazione Italiana Tennis. Il progetto legato alla crescita di Lorenzo Sonego è in piena sinergia con quello di Umberto Rianna, responsabile del Progetto riguardante gli under 18 azzurri. Metodo univoco, come si diceva, lavoro tecnico e fisico connaturato a grande disciplina, serenità e rispetto di tutti e fra tutti i singoli che compongono lo staff. Al gruppo di giocatori che mi ha seguito in questa nuova avventura professionale si sono uniti con mio sommo piacere alcuni elementi come Luca Tomasetto, classe 1996 che ha conquistato nell’ultimo periodo alcni punti Atp, Edoardo Zanada, 1° anno under 15 e osservato dalla Federazione, Benedetta Ivaldi, 2.4 che è impegnata in settimana negli allenamenti a Palazzolo e mi avrà come coach di riferimento sempre in perfetta simbiosi con i progetti a lei legati della FIT. Giocherà al Green Park nei fine settimana e nel periodo estivo e faremo di comune accordo una programmazione per quanto concerne i tornei under 18 e internazionali”.

Le riflessioni finali
E Arbino conclude con una riflessione: “Alcuni sostengono che i tempi siano cambiati rispetto a quelli nei quali ero riuscito a portare a livello internazionale giocatori come Stefania Chieppa, Alberto Giraudo, Silvia Disderi, Matteo Gotti, Antonio Gramaglia, Andrea Alviano. Non credo e la dimostrazione lampante della bontà del metodo è Lorenzo Sonego. Lo dicono i fatti, non le parole. Ritengo anzi di aver appreso molto da grandi coach e poter vantare la capacità di creare empatia con i giocatori, non impartendo loro solo nozioni tecniche”.

I prossimi step
La chiusura a Massimo Zallo: “Il progetto che riguarda il nostro circolo non può definirsi frutto di un atteggiamento da mecenati. Ha delle basi solide e verrà condotto a step. Il nostro obiettivo è quello di avere una struttura che si autofinanzi e permetta al giocatore che vuole provare il professionismo di non dover operare forzatamente la scelta tra sport e studio, ma poter compiere in maniera armonica entrambi i percorsi. Il secondo step sarà proprio questo, anche attraverso convenzioni con Istituti Scolastici sensibili al tema, sulle quali stiamo lavorando”.


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